Campione d'Italia - Guida Turistica

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.: CAMPIONE D'ITALIA
 Campione d'Italia è un comune di 2.279 abitanti della provincia di Como. Costituisce un'enclave italiana nel Cantone svizzero del Ticino, separata dal resto d'Italia dal Lago di Lugano e dalle montagne.
 Le prime notizie storiche di insediamenti nella zona sul lago di Lugano risalirebbero al I sec. a.C. quando Roma volle insediarvi un posto avanzato di guardia a causa della discesa dei Reti lungo le valli alpine. Per questo motivo fu costruito un castello fortificato che prese il nome di Castello di Campiglio o Campilionum stanziandovi una guarnigione. Il nome del centro subì variazione lungo il corso del tempo. L'attuale nome fu dato nel 1933, con R. D. n. 1959 del 18 dicembre 1933.
 A fronte di questa notizia storica, quelle dei tempi successivi si diradano sensibilmente. Si può solo ipotizzare che vi si costituì un borgo dedito all'agricoltura ed alla pesca lacustre.
 Durante il Medioevo Campione fu riconsiderato a seguito della discesa dei Longobardi che perpetrarono saccheggi e devastazioni. La successiva conversione al Cristianesimo del popolo longobardo ad opera di papa Gregorio I Magno (540-604, papa dal 590) aumentò il prestigio della Chiesa di Roma, che cominciò a ricevere lasciti e donazioni in quella zona. Proprio in questo clima di fervore si hanno le prime notizie testuali su Campione.
 Il primo documento è datato 756 e riguarda la donazione di un uliveto in favore della locale basilica di San Zenone. Nel 769 vi è la donazione di un altro uliveto sempre alla stessa basilica. Comunque, la data fondamentale sullo status di Campione è il 777, anno in cui muore Totone da Campione, grosso personaggio di una famiglia possidente locale di origine longobarda, che con il suo testamento nomina erede universale dei suoi terreni la chiesa di Sant'Ambrogio di Milano. Il testamento di Totone, atto giuridico privato mosso più da interessi economici che da vero sentimento religioso secondo la diffusa consuetudine del Medioevo di mascherare con la religione i propri vantaggi, ebbe conseguenze più che millenarie nella storia politica di Campione, perché staccò quella terra dalla dipendenza del vescovo di Como.
 A partire dall'editto di re Rotari Campione d'Italia fu la culla di tutta una serie praticamente ininterrota di lapicidi, plasticatori, pittori, capomastri, architetti e ingegneri attivi nei principali centri dell'Italia settentrionale, conosciuti nella storia dell'arte col titolo di Maestri Campionesi.
 La vita di Campione scorre senza particolari eventi fino al 1596 allorquando alcuni documenti ci narrano di dispute di confine con il limitrofo comune svizzero di Arogno. In quell'occasione Arogno accusava Campione di aver manomesso e/o fatto scomparire alcuni termini di confine. La conferma della sentenza condannava i Campionesi alla ridemarcazione del confine con il risarcimento pecuniario dell'operazione.
 Gli obblighi dei Campionesi nei confronti dell'abate milanese erano sanciti da statuti che solo nel 1639 vennero pubblicati. Per quanto riguarda il territorio questi statuti prevedevano la nullità di donazioni operate a qualunque titolo ed in qualsiasi forma da abitanti di Campione in favore di stranieri. Tali transazioni acquistavano validità solo se entro un anno il nuovo proprietario eleggeva la sua residenza nel feudo. Tali norme dovevano preservare l'integrità territoriale del feudo, norme che si ritrovano anche altrove, come per esempio, nello Stato Pontificio nel quale la Congregazione dei Confini aveva anche il compito di vegliare sull'alienazione di beni immobili e dei terreni.
 La prima rilevazione catastale della zona di Como e territori adiacenti avvenne nel 1718 sotto l'imperatore Carlo VI (1685-1740) che, tra alterne vicende, fu pubblicata sotto l'imperatrice Maria Teresa (1717-1780) il 1 gennaio 1760 e passò alla storia con il nome di catasto teresiano. Una seconda rilevazione avvenne nella prima metà del XIX secolo e fu chiamata catasto lombardo-veneto.
 Il primo notevole evento in quelle terre dopo tanti secoli fu l'invasione francese del 1797 che fece mancare la protezione della Chiesa. Il monastero venne confiscato ed il 2 febbraio 1797 il territorio di Campione fu incorporato nella Repubblica Cisalpina. Per suffragare tale azione i francesi indissero un finto plebiscito per avvalorare l'intento di aiutare i Campionesi. A seguito della debellatio della Repubblica Cisalpina da parte della coalizione austro-russa del 1799, vi fu l'occupazione austriaca ed il 14 novembre dello stesso anno si proclamò la decadenza dell'autorità feudale.
 Restaurata la Repubblica Cisalpina nel 1800, essa fu trasformata in Repubblica italiana nel 1801. Con la Repubblica Cisalpina, il territorio di Campione fu unito per la parte civile alla Valle Intelvi, Dipartimento del Lario, Mandamento di San Fedele e più tardi Mandamento di Castiglione; per la parte ecclesiastica, invece, alla Pieve di San Mamete in Valsolda compresa nella Diocesi di Milano. Una delle ragioni per cui fu decisa l'unione di Campione alla Diocesi di Milano, escludendo quella di Como, fu data dall'ultimo vicario Carboni, interpellato dall'arcivescovo di Milano e dal vescovo di Como decisi a risolvere amichevolmente la questione: non fu la secolare abitudine al rito ambrosiano, bensì la maggior durata del carnevale Ambrosiano, alla quale i Campionesi non erano disposti a rinunciare!
 Dopo la proclamazione dell'Impero francese nel 1804, la Repubblica italiana divenne il Regno d'Italia con la corona a Napoleone. In questi eventi Campione seguì le sorti dei territori del nord Italia essendo così rioccupata dai francesi. Forse approfittando della situazione di dominazione, i Cantoni svizzeri iniziarono a rivendicare il territorio di Campione, ma un referendum respinse l'annessione. Nel 1800 la Confederazione svizzera aveva proposto lo scambio di Campione con il villaggio di Indemini, situato tra il Lago di Lugano ed il Lago Maggiore, ma la questione non ebbe seguito.
 Nel 1814 il Canton Ticino chiese ufficialmente all'Alta Dieta Federale di offrire i suoi buoni uffici nei lavori del Congresso di Vienna (1814-1815) ove la delegazione svizzera richiese, ancora senza successo, l'unificazione al Canton Ticino di Campione. Nel 1815, a seguito della sconfitta di Napoleone, la Lombardia passò sotto il governo degli austriaci divenendo il Regno Lombardo-Veneto e Campione ne seguì le sorti rientrando nella Provincia di Como, Comune di San Fedele, prima, e a quello di Castiglione, poi. Dopo le Cinque Giornate di Milano (marzo 1848) e lo scoppio della Ia Guerra d'Indipendenza (marzo-agosto 1848) furono, per la prima volta, i Campionesi a chiedere (29 marzo 1848) al governo svizzero l'annessione. Il 9 maggio 1848 il governo ticinese chiese l'appoggio del Gran Consiglio per avvalorare la richiesta, considerando che
 "per il Ticino è un inconveniente gravissimo l'avere sul suo territorio una terra non sua, nella quale possono essere gittati più armati: l'accesso al quale può dar luogo a movimenti di truppe inquietanti sul lago di Lugano. È un inconveniente grave per il Ticino l'avere continua contestazione sulla giurisdizione lacuale e persino sopra una parte della strada postale tra Lugano e Melide".
 Il governo della Confederazione, dopo aver vagliato attentamente la richiesta, la respinse per opportunità politica al fine di conservare la dichiarata neutralità. Terminata la dominazione austriaca con la IIa Guerra d'Indipendenza e la costituzione del Regno d'Italia nel 1861, i due governi decisero una revisione della linea di confine delimitata con molte difficoltà con il Trattato di Varese (1752). Tali trattative portarono alla Convenzione del 5 ottobre 1861 con la quale, per quanto riguarda Campione, veniva ceduto alla Svizzera, in via definitiva, il territorio della Costa di San Martino situato sulla riva opposta a Campione.
 Dal 1861 il territorio di Campione non subì ulteriori variazioni e nel 1923 la nuova demarcazione migliorò semplicemente quella del secolo passato.
 Oggi il territorio del Comune di Campione d'Italia appartiene alla Provincia di Como e dista da questa, in linea d'aria, 748 m.